martedì 4 maggio 2010

Identità e corride




L’avevamo detto, attenzione a quello che succederà intorno alle curses de braus, l’eufemistico nome che in catalano hanno le corride.
Sembra fatto apposta e, anche se non lo è, questa coincidenza ce lo fa pensare. Giusto quando tutti sono concentrati sul dibattito parlamentare intorno alle corride, succede qualcosa di importante e pochi se ne accorgono.
La Commissione Affari Istituzionali del Parlamento di Catalogna ha approvato il 3 marzo una risoluzione di appoggio alle ben note consultazioni popolari senza valore legale che pongono il quesito: “Lei è d’accordo che Catalogna diventi uno stato di diritto, indipendente, democratico e sociale, integrato nell’Unione Europea?” e, nel finale, la mozione approvata incoraggia la società a partecipare attivamente alle prossime consultazioni.

Finché in una Commissione si dibattono -in modo spettacolare- temi sociali, culturali e umanitari come l’abolizione delle corride, in un’altra si approva un testo importante sul tema -ben più sentito- e veramente popolare, l’autodeterminazione.

Interessante notare che, nonostante qui in Catalogna tutti si siano affrettati a specificare che la legge sulle corride non coinvolge questioni identitarie, diverse altre Comunità Autonome -seguendo l’esempio di Madrid- propongono una legge che tutela la corrida proprio come espressione della cultura e dell’identità del popolo spagnolo.

Ci domandiamo allora dove si stia veramente discutendo veramente dell’ identità del popolo catalano, se lo scorso anno le corride in Catalogna sono state 16 e il numero di cittadini che hanno votato alle consultazione si conta in centinaia di migliaia.