domenica 26 dicembre 2010

Nicolau Maria Rubió i Tudurí


Ho sempre pensato di informarmi meglio su un architetto catalano poco conosciuto, almeno fuori dall’ambiente degli addetti ai lavori, che ha lasciato un’impronta importante visibile a tutti progettando giardini che chiunque ha visto, almeno una volta a Barcellona. Mi riferisco a Nicolau Maria Rubió i Tudurí, nato a Menorca nel 1891 e morto a Barcellona novant’anni dopo. Tutti passeggiano nel suo “Turó park” e molti hanno visto o sentito parlare del parco della villa La Tamarita, che si trova proprio all’inizio della sfolgorante avinguda Tibidabo.
Una vita lunga e una cultura amplissima l’hanno portato dal neoclassicismo dei giardini del Palazzo reale di Pedralbes, fino al razionalismo di Le Corbusier con la sede di Ràdio Barcelona al Tibidabo.

Quello che mi affascina di lui è la capacità di mescolare i linguaggi più apparentemente tradizionali e declinarli ad un uso contemporaneo sempre con l’obiettivo del confort, dell’uso civile, fuggendo dalla rigidità monumentale.
Non era solo, in quell’inizio del Novecento, a staccarsi dai dogmi del razionalismo tedesco, troppo freddo per la latitudine della Catalogna. Forse non si trattava solo di medierraneità perché anche altri, come lo sloveno Jože Plečnik, che a Praga restaurava il castello medievale o l’inglese Sir Edwin Lutyens, sapevano maneggiare il linguaggio classico con colonne, modanature e capitelli, in modo da non far percepire dove finiva l’antico e cominciava il moderno.