mercoledì 28 luglio 2010
Dal 2012 stop alle corride in Catalogna
di Daniele Germani
Storica decisione del parlamento autonomo della Catalogna, che questa mattina ha approvato la sospensione definitiva della programmazione delle corride su tutto il territorio catalano, a partire dal 2012. È la seconda comunità autonoma spagnola a proibire questo spettacolo, definito come “tortura indegna” dai promotori della legge popolare approvata il 18 dicembre scorso dallo stesso parlamento catalano. Non tutti gli spettacoli taurini saranno proibiti, ma solamente quelli che implicano la morte violenta del toro. I promotori della legge di iniziativa popolare, la “Piattaforma Basta” (Plataforma Prou), avevano fatto appello alla ragione, alla compassione e alla civiltà dei cittadini prima, che avevano firmato in 80.000 per presentare al parlamentino regionale la proposta di legge approvata oggi, e ai gruppi parlamentari poi.
DECISIVI I VOTI DEI SOCIALISTI E VERDI – Il voto è restato in bilico per tutta la durata della votazione. L’ ERC, partito di estrema sinistra, e l’ICV (comunisti e verdi), avevano dato istruzioni ben precise ai loro rappresentanti, dichiarando da tempo il loro appoggio alla sospensione delle corride. Contrari invece Ciudadanos e il Partito Popolare. In partenza quindi i voti a favore dell’abolizione erano 33 contro 18 contrari, mentre ben 85 deputati non avevano avuto istruzioni di voto. Sono risultati decisivi i 38 voti del Partito Socialista Catalano e dei 48 del CiU (Convergència i Uniò), che avevano lasciato ai propri deputati la libertà decisionale. La votazione finale è stata di 68 voti favorevoli, 55 contrari alla proibizione e 9 astenuti.
I TORI IN AIUTO DEGLI INDIPENDENTISTI – La Catalogna, insomma, volta un’altra pagina della sua storia, distinguendosi sempre più dal resto del territorio spagnolo. Nelle ultime settimane il dibattito contro le corride aveva assunto contorni fortemente politici, e i toni si erano notevolmente alzati, identificando i “pro-toro” con gli indipendentisti, e contrariamente gli “anti-toro” con i partiti che considerano la Catalogna come territorio spagnolo, probabilmente in maniera troppo semplicistica. La questione taurina, infatti, è stata affrontata più volte nella storia iberica: nel 1991 la Spagna vide le Canarie come prima comunità autonoma proibire la tauromachia, e le isole hanno davvero poco in comune con le questioni indipendentiste e autonomiste. Ma è evidente come l’imponente manifestazione popolare che il 10 Luglio scorso ha visto un milione di persone in strada a Barcellona a favore dell’indipendenza territoriale, abbia in un certo modo contribuito alla vittoria del no alle corride. I catalani hanno preferito ribattere ancor di più che loro non sono spagnoli, e che le spagnolissime corride non fanno quindi parte delle loro tradizioni.
LO STOP COSTA CARO, MA NON TROPPO– Nel 2008 in Catalogna sono state effettuate 16 corride, a fronte, ad esempio delle 343 di Madrid. Le corride catalane, quindi, non hanno mai rappresentato una voce fondamentale per le finanze della Catalogna, ma la loro proibizione porterà degli effetti negativi a tutti i cittadini che vi risiedono. Viene infatti stimato da 300 a 500 milioni di euro il mancato introito che lo stop alle corride produrrà alle casse regionali. Di questi, una buona parte deriverà dall’acquisto delle “plazas de toros” da parte della regione, che verranno così utilizzati per altri scopi commericiali. La spesa quindi procapite per ogni cittadino catalano sarà di circa 40 euro, che verrà ammortizzata in un aumento graduale delle imposte.