domenica 28 novembre 2010

Il voto in Catalogna





Come funzionano le elezioni del parlamento e del presidente
Ricordiamo che la legge non prevede l’elezione diretta del capo del governo e che saranno dunque i partiti a decidere, sulla base dei seggi ottenuti, chi votare per la massima carica della Catalogna. Per maggiore visibilità, ogni formazione si presenta comunque con un proprio candidato alla presidenza. Un sito internet della Generalitat permette un aggiornamento in tempo reale dei dati a www.parlament2010resultats.cat

Chi si presenta
Convergència i Unió de Catalunya (CIU) è la  federazione di due partiti, liberal-democratici (CDC) e i democristiani (UDC). Il risultato è un gruppo di fede catalanista, che propone la trattativa con lo stato per ottenere il “concerto economico”, come Navarra ed Euskadi, che consiste nel tenersi tutte le tasse e pagare allo stato solo i servizi che presta . Il candidato presidente è il 54enne Artur Mas, attuale capo dell’opposizione. Laureato in scienze economiche ha una lunga esperienza anche se, da quando Jordi Pujol ha lasciato la politica dopo 23 anni ininterrotti di presidenza del paese, non è riuscito a riportare il partito al governo. Questa volta tutte le inchieste lo danno per vincente.

Tre partiti con esperienza
Dietro l’angolo c’è sempre la possibilità che altre formazioni possano sommare i propri seggi per riproporre un governo a tre, anche se stavolta l’ipotesi sembra piuttosto remota. La prima, alla guida anche del governo uscente, è il PSC, (Partit dels Socialistes de Catalunya). Di orientamento socialdemocratico, abbastanza diviso fra una componente “autoctona” e catalanista - che a suo tempo ha espresso persone come Pasqual Maragall -  e un’importante base nella classe lavoratrice immigrata più legata al partito di Zapatero, il PSOE (Partito Socialista Obrero Español). Il suo candidato è il presidente uscente  José Montilla, serissimo e gran lavoratore, immigrato da bambino, che ha governato spesso con difficoltà tentando di terere insieme la coalizione nota come il “tripartito”. La seconda è Esquerra Repúblicana de Catalunya (ERC). Fondata nel 1931 ebbe primo presidente Francesc Macià, uno dei padri del catalanismo moderno. Nelle sue file ha contato molti martiri fra i quali Lluís Companys, il Presidente della Generalitat fucilato dalle truppe franchiste. Dopo la lunga clandestinità, alterna successi elettorali a pesanti sconfitte e, secondo le inchieste, sta per subirne un’altra a causa di divisioni interne e dell’ultima legislatura, vissuta “pericolosamente” con i socialisti troppo filospagnoli. Il suo candidato è Joan Puigcercós, in politica dal 1987, nato nel ’66. Sanguigno e popolare, politicamente preparato, si lascia sfuggire dichiarazioni pesanti probabilmente per tamponare l’emorragia di voti che gli esperti diagnosticano
Terza forza del governo uscente è ICV-EUA (Iniciativa per Catalunya Verd), un partito catalano che ha sviluppato la sua proposta a partire dal marxismo, passando per l’ecologia, arrivando all’odierno “ecosocialismo” una declinazione molto arretrata, a nostro modo di vedere, dell'ambientalismo. Formatosi nel 1987 come Iniciativa per Catalunya, dal 2003 forma una coalizione con Esquerra Unida i Alternativa e riunisce varie anime che, da sole, non raggiungerebbero il quorum per entrare in parlamenti e consigli municipali. Il suo giovane candidato Joan Herrera, nato nel 1971, sta cercando di aggiustare i piatti che il suo partito ha rotto durante l’ultima legislatura, assumendo i ministeri (conselleries) dell’interno e dell’ambiente. Le previsioni sono al ribasso.

Sono rimasti alla finestra
Esponenti molto attivi dell'opposizione sono stati due. Il Partito Popolare di Catalogna (PPC) versione catalana di quello spagnolo di Aznar. Nonostante l’ombra franchista di alcuni suoi componenti e i ricorsi al Tribunale Costituzionale contro lo Statuto di Autonomia catalano, sta scalando la classifica parlamentare. La sua candidata Alicia Sanchez Camacho riesce a bilanciare il razzismo di suoi amministratori locali con la sua immagine presentabile, raccogliendo il consenso di un ceto medio, forse fuggitivo dal PSC che, come diceva Totó, si è “buttato a destra”.
Albert Rivera, nato nel 1979, è avvocato e presidente del Ciutadans-Partit de la Ciutadania (C’s), nato da un movimento populista che opera principalmente contro la politica dell’immersione linguistica che vige in Catalogna da ormai 30 anni con risultati riconosciuti in tutto il mondo. Il suo partito è entrato nel 2006 in parlamento con tre deputati e ne esce con uno solo: uno si è dimesso e l’altro si è “messo in proprio”. Difficile ma non impossibile il ritorno nell'aula parlamentare.

Aspiranti parlamentari offresi
Fra tutte le liste, senza precedente presenza in parlamento, che si sono presentate, segnaliamo due importanti gruppi, dei quali sentiremo parlare, perché raccolgono le istanze di indipendentismo che non trovano espressione nei partiti finora citati. Sono promossi da persone molto influenti e conosciute, presenti in passato nella politica catalana, che possono riservare qualche sorpresa.Solidaritat Catalana per la Independència (SI) non è solo il partito dell’ex presidente del Barça Joan Laporta, ma anche di due fuoriusciti come il giurista Alfons López Tena (CIU) e Uriel Bertran (ERC). Si tratta di una delle due compagini che propone l’indipendenza dallo stato spagnolo, dichiarata unilateralmente senza trattative. L’altra, Reagrupament Indipendentista (RI) è una costola staccatasi da Esquerra Republicana, capeggiata dal medico di Puigcerdà Joan Carretero, ex Conseller (ministro) del governo della Generalitat. Tutte e due devono risolvere spesso divisioni interne e problemi d'immagine. Dopo un'inizio entusiasmante, le previsioni danno solo qualche seggio, nella migliore delle ipotesi.

Altri
Ci sono in tutto 33 formazioni senza attuale rappresentazione che cercano di entrare in parlamento. Oltre alle due sopra citate, segnaliamo Partit Familia i Vida, Partit antitaurí contra el maltractament animal e varie formazioni comuniste, umaniste e provenienti dalla base. Salvo sorprese molto improbabili, non supereranno lo sbarramento.