venerdì 9 luglio 2010

Decidiamo noi!

Lo slogan è: siamo una nazione, decidiamo noi. Una frase come questa suona molto strana, per chi non viva in Catalogna.
Per gli europei, in genere, le parole nazione e nazionalismo evocano memorie nefaste ma qui, dove la gente si sente sopraffatta ed invasa da uno stato che non vive come proprio, è facile comprendere la mobilitazone di sabato 10 luglio con uno slogan di questo genere.
Al contrario, tutti quelli che abitano qui sanno benissimo che essere nazionalisti catalani vuol dire voler decidere da soli, essere indipendenti dallo stato ma senza la minima ombra, con il massimo della democrazia.
Questa volta saranno presenti non solo le associazioni culturali e politiche, ma anche i sindacati e il presidente del governo autonomo, la Generalitat, accompagnato da tutti gli ex presidenti e anche dagli esponenti dell’opposizione.
Ci saranno praticamente tutti i catalani, per affermare il proprio desiderio di autogoverno e la non accettazione di una sentenza emessa dal tribunale costituzionale statale, che riduce drasticamente le ambizioni di autogoverno.
Mancheranno solo i Popolari, che sono responsabili della situazione, avendo presentato loro stessi il ricorso che ha dato luogo alla sentenza.
Ómnium Cultural è l’associazione che da tempo preparava un’evento come questo, e via via si sono aggiunti anche i partiti e il presidente, con le difficoltà di concordare il testo dello striscione di partenza. Sembra che ormai tutti siano d’accordo: lo striscione in prima fila diviso in due parti e il presidente dietro la Senyera, la bandiera catalana.
Da segnalare due coincidenze che avranno effetti psicologici: la pubblicazione della sentenza completa e la coincidenza dell’ottima posizione spagnola ai mondiali di calcio che, come dovunque, unisce molti sportivi sotto la stessa bandiera. I catalanisti però si consolano con il fatto che sette calciatori sono del Barça.