domenica 15 maggio 2011

Elezioni municipali a Barcellona 2011_00

Abbiamo deciso, insieme con gli amici di www.spaghettibcn.com ed www.espatriati.it, di andare a intervistare i candidati capolista. Qui non si elegge direttamente il sindaco ma si votano liste che, una volta insediate in consiglio comunale, costruiscono la maggioranza che elegge il sindaco. Di fatto, però, tutta la campagna è incentrata sui candidati e il resto dei candiati lavora per raccogliere voti senza quasi apparire.
Gli alcaldables cioè candidati sindaco non li abbiamo incontrati tutti perchè non sempre ci hanno risposto e, anche in quel caso, non sempre siamo riusciti a registrare un'intervista video. Non siamo tenuti a rispettare le quote e ci siamo semplicemente avvicinati a persone che, altrimenti, non si sarebbero nemmeno rivolte ad un collettivo come il nostro. Un regolamento europeo stabilisce che quando ci si iscrive al registro di residenza che qui si chiama padrò municipal, si deve decidere dove votare e solo il 2-3% degli europei opta per farlo qui. I politici evidentemente sono al corrente di questi dati e non spendono energie verso gruppi per loro insignificanti.
Detto questo, visto che la partecipazione alla vita del paese in cui si vive, piaccia o no, passa anche per il voto, meglio saperne di più.

Barcellona vive, come tutta la Spagna e la Catalogna, un momento difficile. Il modello di sviluppo cominciato con le olimpiadi ha cominciato a perdere colpi già dal 2004 con il mezzo flop dell Forum, ma nel frattempo si è dotata di una rete di infrastrutture efficace anche se non perfetta, una miriade di servizi culturali e sociali - come le biblioteche i centri civici e la sanità pubblica - rendono la città e l'area metropolitana ancora una delle zone più attraenti per viverci. Per questo, all'estero, la marca Barcelona tira ancora e il turismo non cala. Certo, l'indice ufficiale di disoccupazione è come in Spagna intorno al 20% e la classe politica, la stessa che ha lanciato e gestito la città-divertimento, non sa che pesci pigliare.

In questo contesto l'attuale sindaco socialista Jordi Hereu, dopo che il suo partito Partit dels Socialistes de Catalunya ha cercato di metterlo da parte, l'ha spuntata. Si ricandida ma le inchieste lo danno perdente e dopo oltre 30 anni di governo socialista, il centro-destra di Convergència i Uniò sembra favorito per insediare il suo candidato, in non più giovane Xavier Trias. In città regna un certo scontento per le conseguenze del turismo della birra e della prostituzione, in parte proveniente dai paesi anglosassoni, e per la presenza di una quantità importante di immigrati che, dopo essere stati sfruttati nel ramo della costruzione, adesso cominciano ad essere malvisti. Ci sarà da considerare anche la variabile dell'autodeterminazione e - dato che l'area di Barcellona costituisce un quarto della popolazione di tutta la Catalogna - anche la componente indipendentista o comunque propensa a vari livelli di federalismo giocherà un ruolo importante nella scelta del futuro sindaco.