Sull'argomento dell'indipendenza, in Catalogna stiamo assistendo ad un cambiamento della situazione rapido quanto interessante. Da teoria di pochi, l'indipendentismo sta diventando desiderio di molti.
L'impressione è che in questi ultimi anni quest’idea si sia fatta strada tra una fascia di popolazione estremamente ampia, dopo ripetute prove da parte delle istituzioni statali spagnole di non voler arrivare ad una evoluzione plurinazionale o federalista dell'organizzazione statale.
La misura si è colmata dopo la sentenza del Tribunale Costituzionale spagnolo che ha depotenziato molti articoli dello statuto d'autonomia catalano l’estate scorsa con la conseguenza di portare in piazza a Barcellona quasi un milione e mezzo di persone a protestare. Questo, insieme con il comportamento del “quasi ex” presidente spagnolo Zapatero che ha eluso per anni la promessa “appoggerò” fatta per avere il voto dei catalani, ha esacerbato il cuore ed anche il portafoglio degli abitanti di un’area che da sola apporta il 20% del PIB, con il risultato che anche la parte più moderata del paese oggi ammette che non c'è più niente da fare.
Jordi Pujol, l’ottantenne ma ancora molto autorevole uomo politico che fu per 23 anni ininterrotti presidente della Generalitat de Catalunya , ha ammesso pubblicamente che per tutta la sua lunga attività politica ha cercato un modo di collaborare con la Spagna ma non c'è riuscito. Questa svolta è importante perché, come spiega molto bene Patricia Gabancho su un giornale digitale “…l’ex presidente rappresenta una grossa fetta del paese, i fedeli del cosiddetto “pujolisme”, che era un nazionalismo contenuto, emozionale, ed estremamente propenso a patteggiare, condizione che nascondeva sotto il paravento della responsabilità politica…” http://www.naciodigital.cat/opinionacional/noticiaON/1646/pujol/pas
Durante una conferenza tenuta a fine marzo presso l'Università Pompeu Fabra di Barcellona, Pujol ha ripercorso i suoi sessant'anni di attività politica dichiarando fallito il tentativo di mediazione con lo stato ammettendo che per lui "non restano più argomenti validi per opporsi all'indipendenza!".
Poco dopo, in un'intervista a Catalunya Radio, l'ex-Presidente ha comunicato di aver votato “Si” al referendum autogestito sul dret de decidir, che da un anno e mezzo si sta svolgendo in quasi tutti i comuni di Catalogna ed è arrivato all’ultima prova, quella della capitale Barcellona.
Poco dopo, in un'intervista a Catalunya Radio, l'ex-Presidente ha comunicato di aver votato “Si” al referendum autogestito sul dret de decidir, che da un anno e mezzo si sta svolgendo in quasi tutti i comuni di Catalogna ed è arrivato all’ultima prova, quella della capitale Barcellona.
Il quesito referendario è: “vuoi che la Catalogna diventi uno stato indipendente, nel seno dell’Unione Europea?”. Se l’uomo che, per 23 anni di fila, ha ottenuto i voti dei catalani per governare il paese decide che adesso si risponde “Si”, la cosa avrà conseguenze importanti. Aspettiamo i risultati della consultazione per confermare o meno questa tesi.